Abstract/Sommario: Per capire il capitalismo di oggi, devi leggere questo libro.
In pochi anni Uber ha rivoluzionato, attraverso una app, il modo di spostarsi in città ed è diventata una delle aziende tech più ricche e innovative del mondo. Ma allo stesso tempo, travolta dagli scandali e dalle denunce, ha rischiato di fallire. Ed è per questo che Travis Kalanick, geniale ma controverso cofondatore e Ceo dell'azienda, viene costretto a dimettersi nel 2017. Quella di Uber è una storia emblematica di un' ...; [Leggi tutto...]
Per capire il capitalismo di oggi, devi leggere questo libro.
In pochi anni Uber ha rivoluzionato, attraverso una app, il modo di spostarsi in città ed è diventata una delle aziende tech più ricche e innovative del mondo. Ma allo stesso tempo, travolta dagli scandali e dalle denunce, ha rischiato di fallire. Ed è per questo che Travis Kalanick, geniale ma controverso cofondatore e Ceo dell'azienda, viene costretto a dimettersi nel 2017. Quella di Uber è una storia emblematica di un'ascesa e di una caduta esemplari. Una storia di hybris ed eccessi sullo sfondo di una rivoluzione tecnologica, con in palio miliardi di dollari e il futuro dell'industria dei trasporti. È una storia che tocca i temi principali della Silicon Valley nell'ultimo decennio: la rapida evoluzione della tecnologia che entra in collisione con sistemi di lavoro consolidati e travolge un intero settore nel giro di pochi anni. È la storia di un'industria profondamente sessista, dominata da squilibri di genere. È la storia dei metodi, diffusissimi ma poco conosciuti, con cui sono finanziate oggi le startup. È la storia di società high-tech decise a sfruttare i dati dei consumatori, con conseguenze sgradevoli per questi ultimi. Ma, soprattutto, è una storia sui rischi catastrofici che comporta la venerazione cieca della figura del capo: un monito su cosa non si deve più fare per costruire una startup di successo. In poche parole, una lettura necessaria per capire il capitalismo di oggi e di domani. (ibs.it)
Abstract/Sommario: Alessandro Orsini ha conquistato il centro del dibattito per le sue tesi dirompenti sulla guerra in Ucraina. Mai, nella storia dell'Italia repubblicana, un intellettuale era stato sottoposto a un attacco politico e mediatico così duro e prolungato. Questo volume risponde alle domande più importanti del momento. La prima parte ricostruisce le tappe cruciali dello scontro tra Nato e Russia dal 1999 a oggi. La seconda mette a nudo l'arretratezza culturale dell'Italia in materia di sicurez ...; [Leggi tutto...]
Alessandro Orsini ha conquistato il centro del dibattito per le sue tesi dirompenti sulla guerra in Ucraina. Mai, nella storia dell'Italia repubblicana, un intellettuale era stato sottoposto a un attacco politico e mediatico così duro e prolungato. Questo volume risponde alle domande più importanti del momento. La prima parte ricostruisce le tappe cruciali dello scontro tra Nato e Russia dal 1999 a oggi. La seconda mette a nudo l'arretratezza culturale dell'Italia in materia di sicurezza internazionale e spiega la strategia americana del dissanguamento della Russia, introducendo il pensiero strategico di Mearsheimer. La terza rivela il progetto politico-culturale di Orsini e il modo in cui lo persegue attraverso i media per contribuire alla lotta contro la colonizzazione del mondo della vita da parte del sistema. La quarta analizza le strategie con cui i media dominanti distorcono l'informazione in favore delle politiche di guerra del blocco occidentale. Il libro si chiude con la spiegazione del metodo della sociologia comprendente di Max Weber e presenta la relazione di Orsini sull'Ucraina, in Senato, del 4 dicembre 2018.
Abstract/Sommario: Pubblicata in Ucraina pochi mesi prima dello scoppio della guerra, la presente opera, a cura di Olena Briachenko e di vari chef ucraini, è patrocinata dall'Ukrainian Institute, un organismo votato a promuovere la cosiddetta « diplomazia culturale», ovvero ad affermare culturalmente l'Ucraina in quanto nazione. Un intento di pregnante attualità. Olena Briachenko ci invita a scoprire il suo paese attraverso una gastronomia che associa tradizioni, prodotti del territorio e caratteristiche ...; [Leggi tutto...]
Pubblicata in Ucraina pochi mesi prima dello scoppio della guerra, la presente opera, a cura di Olena Briachenko e di vari chef ucraini, è patrocinata dall'Ukrainian Institute, un organismo votato a promuovere la cosiddetta « diplomazia culturale», ovvero ad affermare culturalmente l'Ucraina in quanto nazione. Un intento di pregnante attualità. Olena Briachenko ci invita a scoprire il suo paese attraverso una gastronomia che associa tradizioni, prodotti del territorio e caratteristiche regionali a pratiche culinarie in evoluzione. Questo viaggio in 80 ricette vi condurrà alla scoperta di una ricchezza culinaria ancora misconosciuta. Dal celebre borsch alla torta di Kyiv, passando per il banosh (una sorta di polenta), gli holubtsy (involtini di cavolo) o ancora il paska (tipico dolce pasquale), i grandi chef ucraini presentano le loro rivisitazioni di piatti tipici per renderli accessibili a tutti, coniugando le nuove tecniche ai tradizionali metodi di conservazione. (Ibs.it)
Abstract/Sommario: Attingendo ai documenti, a nuovi archivi, a interviste esclusive, Jennifer Clark racconta la grande saga della famiglia Agnelli unendo l’accuratezza della ricostruzione storica a uno sguardo narrativo curioso e partecipe. E conduce i lettori fino ai giorni nostri, agli attuali eredi e alla domanda sul futuro: «l’ultima dinastia» sarà ancora in grado di giocare un ruolo nella storia d’Italia? Cosa fa di una famiglia una dinastia? Il caso, l’abilità, la spregiudicatezza? Di certo, alla b ...; [Leggi tutto...]
Attingendo ai documenti, a nuovi archivi, a interviste esclusive, Jennifer Clark racconta la grande saga della famiglia Agnelli unendo l’accuratezza della ricostruzione storica a uno sguardo narrativo curioso e partecipe. E conduce i lettori fino ai giorni nostri, agli attuali eredi e alla domanda sul futuro: «l’ultima dinastia» sarà ancora in grado di giocare un ruolo nella storia d’Italia? Cosa fa di una famiglia una dinastia? Il caso, l’abilità, la spregiudicatezza? Di certo, alla base della straordinaria storia degli Agnelli ci sono l’audacia e il fiuto di un imprenditore, Giovanni, che nel 1899 si unisce a una cordata di nobili torinesi per fondare la Fiat, fabbrica di automobili a cui legherà le fortune di tutti i suoi discendenti. Ma non di sole fortune è fatta questa vicenda. Ci sono due guerre mondiali, i delicati rapporti con il regime fascista, la riconversione della produzione per le commesse militari, la fuga in Svizzera di una parte della famiglia, le complesse trattative con tutte le forze in campo per preservare la fabbrica dai bombardamenti e dalle distruzioni della Seconda guerra mondiale, l’altalena di boom e di crisi dell’Italia moderna, le intricate vicende proprietarie. E ci sono gli alterni destini individuali: solidi matrimoni dinastici e amori scandalosi, morti tragiche e premature di figli ed eredi, ribellioni e scontri di potere, l’esistenza sotto i riflettori del jet-set internazionale e quella al riparo delle ville e dei giardini. Scorrono in queste pagine le vite e le scelte di Gianni, Edoardo, John; e di Clara, Virginia, Marella, Margherita. Perché anche le donne Agnelli, spesso rimaste nell’ombra, hanno saputo forgiare il proprio destino e incidere sulla storia collettiva.
Abstract/Sommario: Renato Vallanzasca, l'irriverente, il guascone, il tombeur de femmes, il re delle fughe è stato il protagonista indiscusso di quella esplosione di bande criminali che negli anni Settanta sconvolse una Milano già martoriata dal terrorismo. Oggi gli attori di quella stagione feroce sono morti, pentiti, o hanno scontato la loro pena. Tutti tranne l'ex boss della Comasina, che solo nel marzo del 2010 ha ottenuto di poter lavorare fuori dal carcere in un laboratorio di pelletteria. A sessan ...; [Leggi tutto...]
Renato Vallanzasca, l'irriverente, il guascone, il tombeur de femmes, il re delle fughe è stato il protagonista indiscusso di quella esplosione di bande criminali che negli anni Settanta sconvolse una Milano già martoriata dal terrorismo. Oggi gli attori di quella stagione feroce sono morti, pentiti, o hanno scontato la loro pena. Tutti tranne l'ex boss della Comasina, che solo nel marzo del 2010 ha ottenuto di poter lavorare fuori dal carcere in un laboratorio di pelletteria. A sessant'anni, di cui trentanove trascorsi dietro le sbarre, il bel René appare ormai lontano dal personaggio spavaldo e sanguinario diventato una leggenda, eppure continua a far parlare di sé come se il tempo non fosse mai passato. La letteratura su di lui non accenna a esaurirsi, e dopo i libri è arrivato il cinema. Perché la sua fama è tanto tenace? Forse perché Vallanzasca, pur avendo riconosciuto pubblicamente le proprie colpe e il male fatto, pur dedicandosi da tempo a persuadere i giovani a rischio a non inseguire modelli distruttivi, non ha mai usato la parola pentimento. Lui, che ha sempre scelto l'esibizionismo, in proposito confessa: Anche se solo uno fra i tanti che mi ascolteranno dovesse avanzare il dubbio che il mio è opportunismo non lo sopporterei, il pentimento, e ancor più il perdono, hanno a che fare con la sfera intima.
Abstract/Sommario: In difesa della scuola pubblica e democratica. Insegnanti precari, continue riforme, il taglio costante dei fondi, una popolazione studentesca dei cui diritti pochi sembrano curarsi: per giunta, un anno e mezzo di DAD che ha reso ancora più evidenti le difficoltà della scuola pubblica. Quante volte abbiamo sentito dire che la scuola italiana è in crisi? Si vorrebbe sostituire la «scuola del Novecento», ossia la scuola per tutti, gratuita e democratica, con nuove forme di didattica «ind ...; [Leggi tutto...]
In difesa della scuola pubblica e democratica. Insegnanti precari, continue riforme, il taglio costante dei fondi, una popolazione studentesca dei cui diritti pochi sembrano curarsi: per giunta, un anno e mezzo di DAD che ha reso ancora più evidenti le difficoltà della scuola pubblica. Quante volte abbiamo sentito dire che la scuola italiana è in crisi? Si vorrebbe sostituire la «scuola del Novecento», ossia la scuola per tutti, gratuita e democratica, con nuove forme di didattica «individualizzate», «adatte alle esigenze delle famiglie», come fosse un'operazione di target marketing. L'ultima ora nasce dall'urgenza di difendere la scuola pubblica dai suoi critici, dai suoi detrattori e perché no, anche da sé stessa, senza fare sconti sui problemi e i limiti di un'istituzione per molti versi affaticata e fragile, ancora autoritaria e classista. Ma Raimo ci ricorda anche che per difendere la scuola pubblica occorre innovarla, e per innovarla bisogna studiare nella storia italiana e nei modelli internazionali quelle esperienze d'avanguardia che hanno saputo ripensarla radicalmente, seminare in essa nuove idee di futuro, restituirla alla funzione vitale di officina della democrazia.
Abstract/Sommario: L’intelligenza artificiale (in inglese artificial intelligence, AI) sta progressivamente cambiando la nostra esperienza e percezione del mondo attraverso i prodotti e servizi in cui viene introdotta e di cui facciamo ampiamente uso, spesso senza nemmeno rendercene conto. Il rischio che corriamo non è quello che l’AI diventi sempre più simile a noi umani ma, al contrario, che noi umani diventiamo sempre più esseri artificiali poiché influenzati da sistemi meccanici guidati da dati che q ...; [Leggi tutto...]
L’intelligenza artificiale (in inglese artificial intelligence, AI) sta progressivamente cambiando la nostra esperienza e percezione del mondo attraverso i prodotti e servizi in cui viene introdotta e di cui facciamo ampiamente uso, spesso senza nemmeno rendercene conto. Il rischio che corriamo non è quello che l’AI diventi sempre più simile a noi umani ma, al contrario, che noi umani diventiamo sempre più esseri artificiali poiché influenzati da sistemi meccanici guidati da dati che quasi nessuno osa mettere in discussione. Al pericolo di deumanizzazione posto dall’AI c’è una soluzione: creare una nuova generazione di umanisti esperti di dati che sappiano umanizzare l’AI. (Ibs.it)