Abstract/Sommario: "Niccolò Ammaniti me l'ha confessato, dopo tanti anni, mentre ci mangiavamo un piatto di spaghetti sulle sponde del lago di Bolsena. "Roberto lascia perdere te, ma io i fotografi proprio non li sopporto. Te li ritrovi sempre addosso per scattarti una foto magari quando sei stravolto dal caldo, con la camicia inzuppata di sudore, dopo una presentazione affollata...". Un'avversione, questa, a volte giustificata altre meno, ma che ho capito essere comune a molti di quelli che della parola ...; [Leggi tutto...]
"Niccolò Ammaniti me l'ha confessato, dopo tanti anni, mentre ci mangiavamo un piatto di spaghetti sulle sponde del lago di Bolsena. "Roberto lascia perdere te, ma io i fotografi proprio non li sopporto. Te li ritrovi sempre addosso per scattarti una foto magari quando sei stravolto dal caldo, con la camicia inzuppata di sudore, dopo una presentazione affollata...". Un'avversione, questa, a volte giustificata altre meno, ma che ho capito essere comune a molti di quelli che della parola scritta hanno fatto il loro mestiere. E che spesso è una vera iattura per chi fa il mio, di mestiere, il fotografo. Eppure sono proprio le immagini di Niccolò davanti ai suoi acquari, un'atavica passione che ci accomuna, quella per i pesci e la vita sommersa, ad aver dato in qualche modo inizio al "progetto di lunga durata" di "Nel selvaggio mondo degli scrittori". Fuori dalle definizioni scolastiche una vera e propria rocambolesca avventura mentale (e qualche volta non solo...) a cui ho dedicato una parte importante degli ultimi miei quattro anni. Quelle foto, che lo ritraevano in estetica contemplazione delle sue vasche, degli affascinanti panorami subacquei ricostruiti con artistica perizia fra quattro lastre di cristallo ultra chiaro, avevano, infatti, una caratteristica importante, che è diventata poi il filo rosso dell'intero progetto" (Roberto Nistri).(www.ibs.it)
Abstract/Sommario: A volte, specialmente dopo momenti difficili, abbiamo bisogno di vedere con commozione che la vita e la bellezza non s'arrendono. Questo è il messaggio della mostra «Nulla è perduto», che attraversa un millennio di bellezza, dal 1135 fino al 1954, con una serie di colpi di scena. Quattordici opere spettacolari provocano un soprassalto di stupore, perché non dovrebbe essere più possibile rivederle, trattandosi di opere tragicamente distrutte, o misteriosamente perdute, o tristemente tra ...; [Leggi tutto...]
A volte, specialmente dopo momenti difficili, abbiamo bisogno di vedere con commozione che la vita e la bellezza non s'arrendono. Questo è il messaggio della mostra «Nulla è perduto», che attraversa un millennio di bellezza, dal 1135 fino al 1954, con una serie di colpi di scena. Quattordici opere spettacolari provocano un soprassalto di stupore, perché non dovrebbe essere più possibile rivederle, trattandosi di opere tragicamente distrutte, o misteriosamente perdute, o tristemente trafugate. Eppure quel che sembrava perduto può tornare, attraverso tre vie miracolose: la ricerca di collezionisti e studiosi infaticabili; la finezza della mano di artisti abilissimi; l'ingegno e la tecnologia che in modo impressionante ridanno forma a quel che si era dissolto. «Nulla è perduto» non è solo una mostra. È una rilettura della storia europea, specialmente di quella in cui l'Europa ha concentrato le più intense prove della sua grandezza e delle sue più acerbe crisi e più dolorose contraddizioni: la storia del XX secolo, una storia di tanta bellezza violata, di tanta umanità ferita e impazzita. (books.google.it)
Abstract/Sommario: Le immagini raccolte nel volume, selezionate nell'ambito dell'Archivio multimediale della memoria dell'emigrazione regionale, raccontano storie di vita di friulani, istriani e dalmati emigrati negli Stati Uniti nel corso del Novecento. Ci sono fotografie portate in valigia per ricordare persone e cose care, fotografie che sono servite per comunicare le novità da una parte all'altra dell'Oceano Atlantico, fotografie che hanno fermato i momenti più importanti del viaggio in nave. Infine, ...; [Leggi tutto...]
Le immagini raccolte nel volume, selezionate nell'ambito dell'Archivio multimediale della memoria dell'emigrazione regionale, raccontano storie di vita di friulani, istriani e dalmati emigrati negli Stati Uniti nel corso del Novecento. Ci sono fotografie portate in valigia per ricordare persone e cose care, fotografie che sono servite per comunicare le novità da una parte all'altra dell'Oceano Atlantico, fotografie che hanno fermato i momenti più importanti del viaggio in nave. Infine, si possono trovare le immagini della "nuova vita", con la progressiva adesione all'"American way of life". (www.ibs.it)
Abstract/Sommario: Il titolo di questo libro parafrasa quello del famoso testo di Walter Benjamin "L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica" pubblicato quasi un secolo fa, nel 1936. Nelle pagine del suo illuminante saggio Benjamin sosteneva come l’invenzione e la diffusione di nuovi dispositivi tecnici, quali la fotografia e il cinema, stessero cambiando profondamente le modalità di fruizione artistica e in parte anche quelle di produzione. Negli ultimi anni un nuovo “dispositivo tecni ...; [Leggi tutto...]
Il titolo di questo libro parafrasa quello del famoso testo di Walter Benjamin "L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica" pubblicato quasi un secolo fa, nel 1936. Nelle pagine del suo illuminante saggio Benjamin sosteneva come l’invenzione e la diffusione di nuovi dispositivi tecnici, quali la fotografia e il cinema, stessero cambiando profondamente le modalità di fruizione artistica e in parte anche quelle di produzione. Negli ultimi anni un nuovo “dispositivo tecnico”, quello dell’Intelligenza Artificiale, ha visto un rapido sviluppo e una vastissima diffusione − con complesse implicazioni culturali, sociali, economiche e politiche − tanto da potersi riferire alla contemporaneità come all’«epoca dell’Intelligenza Artificiale». Anche il mondo dell’arte è coinvolto appieno in ogni suo ambito (musei, valutazione, catalogazione, conservazione, ecc.). Sempre più artisti si confrontano con l’Intelligenza Artificiale e ne usano le tecnologie per creare opere d’arte e progetti artistici collaborativi. Il volume "L’opera d’arte nell’epoca dell’Intelligenza Artificiale" trae origine dall’omonima mostra, la prima collettiva di artisti italiani sia pionieri dell’AI Art che sperimentatori di nuova generazione. (www.ibs.it)