Abstract/Sommario: Le Vite dei massimi condottieri sono quanto ci rimane di un’opera più ampia, il De viris illustribus, in cui Cornelio Nepote raccontava le vite di personaggi greci e romani che spiccarono in vari campi e discipline. Emblematiche di un periodo storico in cui i romani cominciavano a interrogarsi sui caratteri originali della propria civiltà, tramite le vite dei grandi uomini Nepote pone a confronto la cultura e le tradizioni greche e romane, aprendosi a un primo e timido “relativismo cul ...; [Leggi tutto...]
Le Vite dei massimi condottieri sono quanto ci rimane di un’opera più ampia, il De viris illustribus, in cui Cornelio Nepote raccontava le vite di personaggi greci e romani che spiccarono in vari campi e discipline. Emblematiche di un periodo storico in cui i romani cominciavano a interrogarsi sui caratteri originali della propria civiltà, tramite le vite dei grandi uomini Nepote pone a confronto la cultura e le tradizioni greche e romane, aprendosi a un primo e timido “relativismo culturale”. Spicca fra queste biografie quella di Attico, l’amico di Cicerone che fu modello di conciliazione tra le esigenze di fedeltà al mos maiorum e la ricerca di tranquillità personale. L’introduzione di Emanuele Narducci inquadra magistralmente l’opera di Cornelio Nepote nei fermenti culturali del suo tempo. (ibs.it)