Abstract/Sommario: Claudia stringe in mano quella che sembra la scatolina di un gioiello. Al suo interno, invece, c'è qualcosa di molto più prezioso: un pezzettino di carta con il disegno di uno stemma, il frammento di un passato sconosciuto. Apparteneva a sua nonna, una figura enigmatica di cui, però, Claudia non sa nulla. In un momento in cui la sua vita sembra cadere a pezzi, quella scoperta è il punto di partenza per un viaggio che la porta lontano da tutto. Un viaggio che comincia all'Avana, a Cuba, ...; [Leggi tutto...]
Claudia stringe in mano quella che sembra la scatolina di un gioiello. Al suo interno, invece, c'è qualcosa di molto più prezioso: un pezzettino di carta con il disegno di uno stemma, il frammento di un passato sconosciuto. Apparteneva a sua nonna, una figura enigmatica di cui, però, Claudia non sa nulla. In un momento in cui la sua vita sembra cadere a pezzi, quella scoperta è il punto di partenza per un viaggio che la porta lontano da tutto. Un viaggio che comincia all'Avana, a Cuba, in una casa grande e maestosa, disabitata dagli anni Cinquanta. A un primo sguardo, sembra di trovarsi di fronte a una fotografia in bianco e nero, un'immagine sospesa nel tempo. Ma Claudia capisce che dietro i mattoni ingrigiti e ricoperti di muschio quel luogo custodisce storie importanti: amori, passioni, delusioni e anche una tragedia indicibile che ha messo fine all'innocenza e alla felicità di un'intera famiglia. Con l'aiuto di Mateo, un ragazzo conosciuto proprio a Cuba, Claudia inizia a scavare nel passato delle persone che abitavano quelle mura. Presto si accorge che ogni segreto, ogni evento, in qualche modo, la riguarda direttamente. Mettendo insieme pezzi di vita dei suoi antenati, scopre la chiave per ripartire e mettere insieme i cocci della sua. Ma adesso dipende da lei. Sarà capace di far tesoro delle sue scoperte e di ascoltare davvero il suo cuore? Dopo "Le figlie di Hope House", Soraya Lane torna in libreria con un nuovo romanzo, "La figlia di Cuba". (ibs.it)
Abstract/Sommario: Una sera, una ragazzina si affaccia al davanzale di casa sua e inizia a curiosare oltre le finestre del palazzo di fronte. Ma che cosa sono le ombre che intravede? Forse… non sono davvero quello che sembrano! Un tenero e divertente libro senza parole che ci racconta in modo giocoso che a volte le cose vanno ben al di là delle apparenze...
Abstract/Sommario: È possibile inseguire il proprio sogno senza perdere la parte più autentica di sé stessi? Sfuggire a un destino già scritto senza che questo finisca per bruciarci?Francesco cresce nella periferia di Milano, figlio di meridionali e con il sogno di scrivere: un ragazzo ai margini di un paese ai margini. O almeno questa è la sua sensazione per dieci mesi l’anno, finché non arriva l’estate e lui torna con i genitori in Basilicata, dove la vita sembra più autentica. Lì le costrizioni della ...; [Leggi tutto...]
È possibile inseguire il proprio sogno senza perdere la parte più autentica di sé stessi? Sfuggire a un destino già scritto senza che questo finisca per bruciarci?Francesco cresce nella periferia di Milano, figlio di meridionali e con il sogno di scrivere: un ragazzo ai margini di un paese ai margini. O almeno questa è la sua sensazione per dieci mesi l’anno, finché non arriva l’estate e lui torna con i genitori in Basilicata, dove la vita sembra più autentica. Lì le costrizioni della città si trasformano in libertà: ci sono i nonni – nonna Luisa, la rimediante del paese –, i campi, e soprattutto c’è Luciano, il cugino con cui mungere vacche, pascolare pecore, lavorare la terra e sfrecciare sulla Vespa rossa truccata. È con lui che Francesco impara a fumare, a guidare la macchina, ad ascoltare il proprio corpo. Eppure Luciano considera sbagliato emigrare, come ha fatto il padre di Francesco: per lui contano solo la fedeltà alle origini e la solitudine della campagna.
E se al Sud c’è la libertà, la vita che esiste e basta, Francesco al Nord si imbatte in un duplice omicidio di mafia, vede morire dei passanti innocenti. Ma il Nord è anche il luogo in cui scopre l’amore, dove fa i conti con un padre per il quale i sogni non sono che illusioni, dove incontra un professore-poeta che cambia il suo modo di guardare sé stesso e gli altri. Il luogo dove inizia a credere di poter davvero realizzare il suo sogno, che è la chiave, forse, con cui ricomporre la frattura dei due mondi che si porta dentro.
Con la sua voce inconfondibile Giuseppe Catozzella ci narra un appassionante romanzo di formazione che è al contempo lucido romanzo sociale. Il fiore delle illusioni è la storia del rapporto fra due cugini, fra due Italie, ma anche della resa dei conti con la parabola del sogno, con quella di un Paese: la promessa nella generazione dei nonni, la piena realizzazione materiale in quella dei padri, e quanto ora rimane ai figli. E la scoperta, dopo tutto, che vivere a metà non è vivere.
Abstract/Sommario: Non è facile avere 15 anni quando ti chiami Vania Strudel, hai un difetto congenito all’occhio sinistro, un padre che è uno stravagante tassidermista e il tuo migliore amico ti annuncia di essersi innamorato della tua peggior nemica. L’inizio dell’anno scolastico si prospetta disastroso, ma un’email anonima regala a Vania l’effetto di una scossa elettrica: “Certo, visti dalla Luna, siamo tutti formiche. Ma tu puoi essere la formica rossa tra quelle nere. Cosa stai aspettando a vivere?! ...; [Leggi tutto...]
Non è facile avere 15 anni quando ti chiami Vania Strudel, hai un difetto congenito all’occhio sinistro, un padre che è uno stravagante tassidermista e il tuo migliore amico ti annuncia di essersi innamorato della tua peggior nemica. L’inizio dell’anno scolastico si prospetta disastroso, ma un’email anonima regala a Vania l’effetto di una scossa elettrica: “Certo, visti dalla Luna, siamo tutti formiche. Ma tu puoi essere la formica rossa tra quelle nere. Cosa stai aspettando a vivere?!”. (www.ibs.it)
Abstract/Sommario: «Sono stata incredibilmente fortunata ad avere una madre come la mia e un fratello come Clyde. Ho avuto l'opportunità di crescere con due persone che, ogni volta che potevano, sapevano divertirsi. Penso che sia questa la mia nuova missione: apprezzare di più le mie giornate, imparare da mamma. Perché non ci sono dubbi: sono la persona più fortunata del mondo.» Se non fosse stato per Emma Johnson, Caryn Johnson non sarebbe mai diventata Whoopi Goldberg. Nera, povera, madre single nella ...; [Leggi tutto...]
«Sono stata incredibilmente fortunata ad avere una madre come la mia e un fratello come Clyde. Ho avuto l'opportunità di crescere con due persone che, ogni volta che potevano, sapevano divertirsi. Penso che sia questa la mia nuova missione: apprezzare di più le mie giornate, imparare da mamma. Perché non ci sono dubbi: sono la persona più fortunata del mondo.» Se non fosse stato per Emma Johnson, Caryn Johnson non sarebbe mai diventata Whoopi Goldberg. Nera, povera, madre single nella New York degli anni Cinquanta, Emma ha cresciuto i suoi figli tra indicibili difficoltà eppure, orgogliosa, pratica e indomabile, è riuscita a trasmettere loro il più importante degli insegnamenti: nella vita non bisogna rassegnarsi a sopravvivere ma impegnarsi sempre per fiorire e risplendere. In questo memoir intimo e sentito Whoopi Goldberg condivide per la prima volta moltissimi aneddoti personali della vita della sua famiglia. Cosa ha significato crescere nelle case popolari di New York, le gite a Coney Island, gli spettacoli di pattinaggio artistico sul ghiaccio, le visite ai musei, e poi la magia più bella, quella che si ripeteva ogni Natale davanti all'albero scintillante di lucine e affollato di pacchetti luccicanti. Ancora oggi per Whoopi è un mistero come sua madre sia riuscita a dare a lei e a suo fratello maggiore Clyde un'infanzia così piena e stimolante, malgrado la povertà e gli ostacoli contro cui combatteva giorno dopo giorno. Solo da adulta Whoopi si è resa conto di quanto traumatiche fossero state alcune di quelle battaglie. (Ibs.it)
Abstract/Sommario: «I grandi classici per ragazzi che ci fanno leggere a scuola non mi piacciono!». Non proprio la frase giusta da pronunciare in una biblioteca. Ma a Tommy, undici anni, dispiace per i protagonisti che in libri come "Piccole donne", "Mary Poppins", "Oliver Twist", "Heidi" e così via sono costretti a vivere mille tragedie. Sua sorella Lisa, tredici anni di buonsenso, prova a difendere gli scrittori, ma alla fine si convince anche lei. Ed è allora che la signora Borbotti, la bibliotecaria, ...; [Leggi tutto...]
«I grandi classici per ragazzi che ci fanno leggere a scuola non mi piacciono!». Non proprio la frase giusta da pronunciare in una biblioteca. Ma a Tommy, undici anni, dispiace per i protagonisti che in libri come "Piccole donne", "Mary Poppins", "Oliver Twist", "Heidi" e così via sono costretti a vivere mille tragedie. Sua sorella Lisa, tredici anni di buonsenso, prova a difendere gli scrittori, ma alla fine si convince anche lei. Ed è allora che la signora Borbotti, la bibliotecaria, non può più far finta di niente. Deve per forza trasformarsi. In cosa? Nella dea protettrice di tutti i libri che siano stati mai scritti sulla faccia della Terra e di altri diciannove pianeti, ovvio. Peccato che questa dea abbia le sembianze di un dragopiovra alto tre metri... (www.ibs.it)
Abstract/Sommario: "I Furlani son irriducibili e bastiancontrari!" Storia millenaria di Friulani Eretici. C'è uno spettro che da secoli si aggira per il Friuli: è la vena eretica di un popolo che normalmente viene descritto come "salt, onest, lavoradôr", tutto d'un pezzo e sempre pronto alla cieca osservanza di regole e ruoli imposti da padroni rapaci. Ad essi ha fatto spesso gioco attribuirgli il ruolo di "sotàn", di suddito manzonianamente "disposto sempre all'obbedienza", e fiero della propria discipl ...; [Leggi tutto...]
"I Furlani son irriducibili e bastiancontrari!" Storia millenaria di Friulani Eretici. C'è uno spettro che da secoli si aggira per il Friuli: è la vena eretica di un popolo che normalmente viene descritto come "salt, onest, lavoradôr", tutto d'un pezzo e sempre pronto alla cieca osservanza di regole e ruoli imposti da padroni rapaci. Ad essi ha fatto spesso gioco attribuirgli il ruolo di "sotàn", di suddito manzonianamente "disposto sempre all'obbedienza", e fiero della propria disciplina. Eppure, a ben guardare, gli "irriducibili" sono davvero tanti e attraversano tutte le epoche quasi ci fosse nei friulani un Dna bastiancontrario che affiora quando meno te lo aspetti o, meglio, quando la misura (del buon senso, della giustizia, della decenza) è colma. Tra di loro, ovviamente, ci sono state anche molte donne per cui essere eretiche spesso significava semplicemente voler essere libere. Il minimo comune denominatore della ribellione è il movente: l'autonomia di pensiero. Seguendo le tracce di coloro che si sono mossi lungo i secoli "in direzione ostinata e contraria", si può capire che il senso di indipendenza mentale insito in molti friulani è il sale di una terra che, se è rimasta fedele a se stessa, se ha forgiato e conservato una lingua millenaria, se ha saputo resistere alle onde del destino, a invasioni e catastrofi, lo deve proprio al suo sguardo divergente, spesso libero, uno sguardo friulano