Abstract/Sommario: "Ma voi smontavate quando eravate piccoli?" chiede Linda, sette anni, durante una sessione di smonting. "Sì, smontavamo e ci divertivamo!" rispondiamo. "È così che abbiamo imparato cos’è un circuito, come funziona un microfono, come si costruisce un’elettrocalamita, ma anche come si usano un cacciavite o una pinza, come si cambia la gomma di una bicicletta e quanto male fa tagliarsi con il lamierino (ed è per questo che si devono mettere sempre i guanti, quando si smonta qualcosa)". Ch ...; [Leggi tutto...]
"Ma voi smontavate quando eravate piccoli?" chiede Linda, sette anni, durante una sessione di smonting. "Sì, smontavamo e ci divertivamo!" rispondiamo. "È così che abbiamo imparato cos’è un circuito, come funziona un microfono, come si costruisce un’elettrocalamita, ma anche come si usano un cacciavite o una pinza, come si cambia la gomma di una bicicletta e quanto male fa tagliarsi con il lamierino (ed è per questo che si devono mettere sempre i guanti, quando si smonta qualcosa)". Chi fa smonting è un moderno esploratore di soffitte, cantine, garage e ripostigli. È in questi luoghi che finiscono le cose che non servono più, dimenticate o superate da nuove tecnologie, ed è così che inizia l’avventura dello smonting. Una parola inventata che significa “imparare a smontare, giocando”. Roberta Barzaghi, Emanuela Breveglieri, storyteller scientifici, e Giulia Bernardelli, in arte Bernulia, danno vita a un libro, che è un vero e proprio manuale pratico e filosofico: si smonta per capire com’è fatto il mondo e per provare ad abitarlo in modo più consapevole.
Abstract/Sommario: Il rapporto tra un papà e una figlia è sempre speciale. In questo albo illustrato, divertente e molto dolce, Madeleine convince suo papà a essere un albero. Sembra facile: le braccia sono i rami, il corpo è il tronco e le gambe sono le radici. Basta non muoversi. Ma poi arriva un uccello a fare il nido sulla testa e uno scoiattolo a nascondere una ghianda in tasca. In fondo gli alberi non si preoccupano di queste cose, dice la bambina. Basta stare fermi, qualunque cosa accada, anche so ...; [Leggi tutto...]
Il rapporto tra un papà e una figlia è sempre speciale. In questo albo illustrato, divertente e molto dolce, Madeleine convince suo papà a essere un albero. Sembra facile: le braccia sono i rami, il corpo è il tronco e le gambe sono le radici. Basta non muoversi. Ma poi arriva un uccello a fare il nido sulla testa e uno scoiattolo a nascondere una ghianda in tasca. In fondo gli alberi non si preoccupano di queste cose, dice la bambina. Basta stare fermi, qualunque cosa accada, anche sotto la pioggia! E così il papà è disposto a qualsiasi cosa pur di accontentare la fantasia più sfrenata della propria bambina. (www.ibs.it)
Abstract/Sommario: C’era una volta un vecchio panificio. Apparteneva a un’anziana coppia che da sempre, ogni giorno, sfornava il suo delizioso pane, fatto a mano. Nel corso degli anni, una grande fabbrica aveva comprato tutti gli altri panifici. Ora vendevano un solo tipo di pane, preparato da grosse macchine. Un giorno, il signore della grande fabbrica si recò al piccolo panificio… (www.ibs.it)
Abstract/Sommario: Billie ha quattordici anni e vive con la madre in un caseggiato di periferia, una piccola città colorata di cinque stabili disposti a semicerchio. Ogni mattina Marika, sua madre, esce dall’edificio dipinto di giallo e va a fare le pulizie in un grande cubo di vetro, pieno di gente in completi costosi che la guarda come si guarda un carrello o una pianta. Il loro appartamento è in cima al palazzo, al piano che dà sull’autostrada vicina. È così piccolo che d’estate Marika piazza due sedi ...; [Leggi tutto...]
Billie ha quattordici anni e vive con la madre in un caseggiato di periferia, una piccola città colorata di cinque stabili disposti a semicerchio. Ogni mattina Marika, sua madre, esce dall’edificio dipinto di giallo e va a fare le pulizie in un grande cubo di vetro, pieno di gente in completi costosi che la guarda come si guarda un carrello o una pianta. Il loro appartamento è in cima al palazzo, al piano che dà sull’autostrada vicina. È così piccolo che d’estate Marika piazza due sedie sul ballatoio per prendere il fresco. Difficile vivere in un posto simile, vero? Sì, ma in quel caseggiato Billie è la ragazza più felice del mondo. Chi ha, infatti, una madre che la sera lavora come cameriera in un bar del centro indossando una maglietta tempestata di paillettes, jeans attillatissimi e stivali da cowboy? Una madre con cui poter sguazzare a piedi nudi nelle pozzanghere quando piove e tuffarsi da una piattaforma di dieci metri? Una madre, infine, con cui condividere sogni e speranze? Chi ha poi amici come Ahmed, il vicino che profuma di sapone e di tabacco da narghilè e ha le ciglia più lunghe di tutti nel caseggiato? O come Luna, che lavora al solarium, possiede infradito di tutti i colori dell’universo e sogna di sposare un uomo che le paghi i debiti? Basta accogliere con gioia quello che si ha: ecco quello che ha imparato Billie nella piccola città colorata di periferia. Un giorno, però, arriva dall’Ungheria la nonna, e la vita povera ma gioiosa di madre e figlia diventa un ricordo del passato. Dolore e lutto irrompono nell’esistenza di Billie. E ciò che prima non era contemplato, il sentimento della mancanza, affiora per la prima volta con ferocia. Billie decide che è giunto il momento di fare i conti con la figura assente da sempre nella sua vita: il padre mai conosciuto. Con una parrucca azzurra in testa, una fotografia in mano e gli stivali da cowboy di sua madre, parte alla sua ricerca.
Abstract/Sommario: L’adolescenza, dice l'autore, è un’età paradossale: è una fase di rottura rispetto al passato, eppure gli anni dell’infanzia continuano a condizionare il presente; gli adolescenti sono presi da loro stessi, eppure vivono per l’approvazione dei coetanei; sono più liberi, più indipendenti e più viziati che in passato, eppure dai loro occhi traspare sempre più spesso un malessere indefinibile. “L’adolescente è come una biglia che corre lungo un crinale di montagna: non possiamo sapere da ...; [Leggi tutto...]
L’adolescenza, dice l'autore, è un’età paradossale: è una fase di rottura rispetto al passato, eppure gli anni dell’infanzia continuano a condizionare il presente; gli adolescenti sono presi da loro stessi, eppure vivono per l’approvazione dei coetanei; sono più liberi, più indipendenti e più viziati che in passato, eppure dai loro occhi traspare sempre più spesso un malessere indefinibile. “L’adolescente è come una biglia che corre lungo un crinale di montagna: non possiamo sapere da quale parte cadrà” scrive l’autore. La loro realizzazione in una direzione o in un’altra dipende sì da loro, ma in parte anche da noi. In questo libro si dà voce ai ragazzi e alle loro storie, perché la presenza e l’ascolto rimangono fondamentali.
Abstract/Sommario: La guerra è la malattia del mondo. Appena scoppia, è causa immediata di dolori infiniti, disastri, morte. Ma le guerre continuano a mietere vittime anche dopo che finiscono. Ne è un tragico esempio la “Sindrome dei Balcani”, la lunga serie di malattie provocate dall’esposizione ai proiettili con uranio impoverito o dall’inalazione di particelle d’amianto rilasciate nell’aria in seguito alla distruzione di palazzi e complessi industriali. È accaduto durante i conflitti esplosi in ex Jug ...; [Leggi tutto...]
La guerra è la malattia del mondo. Appena scoppia, è causa immediata di dolori infiniti, disastri, morte. Ma le guerre continuano a mietere vittime anche dopo che finiscono. Ne è un tragico esempio la “Sindrome dei Balcani”, la lunga serie di malattie provocate dall’esposizione ai proiettili con uranio impoverito o dall’inalazione di particelle d’amianto rilasciate nell’aria in seguito alla distruzione di palazzi e complessi industriali. È accaduto durante i conflitti esplosi in ex Jugoslavia e Kosovo: piccole particelle infinitesimali, invisibili agli occhi, che una volta entrate nel corpo di soldati, civili e persino reporter non lasciano scampo. A distanza di molti anni si ripresentano quasi fossero un prolungamento dell’orrore bellico, e colpiscono. Proprio come è successo all’autore del libro che stringete tra le mani. (www.ibs.it)
Abstract/Sommario: Quando viene chiamato su una strada di montagna, al vicequestore Rocco Schiavone basta uno sguardo per capire di trovarsi di fronte a una rottura del decimo livello della sua personalissima classifica. Un ciclista, infatti, è stato vittima di un incidente. Il morto si chiama Paolo Sanna, un cinquantenne che da un po' di tempo abita in zona ma che apparentemente nessuno conosce. Dai primi accertamenti risultano subito delle stranezze. Sanna era abbiente se non addirittura ricco, ma senz ...; [Leggi tutto...]
Quando viene chiamato su una strada di montagna, al vicequestore Rocco Schiavone basta uno sguardo per capire di trovarsi di fronte a una rottura del decimo livello della sua personalissima classifica. Un ciclista, infatti, è stato vittima di un incidente. Il morto si chiama Paolo Sanna, un cinquantenne che da un po' di tempo abita in zona ma che apparentemente nessuno conosce. Dai primi accertamenti risultano subito delle stranezze. Sanna era abbiente se non addirittura ricco, ma senza occupazione, nel tempo aveva cambiato periodicamente residenze in tutto il Nord Italia, sporadiche e superficiali amicizie, qualche amore senza conseguenze, parenti lontani e poco frequentati: insomma, «una specie di ectoplasma ai margini della società». A complicare le cose, c'è il rebus del taccuino trovato nella sua abitazione, una lista di nomi, sigle e numeri indecifrabili. Il quadro è quello di un uomo in fuga. Ma una fuga lunga, senza fine, se non fosse stato per quell'urto in montagna. Per vederci chiaro bisogna indagare nel passato, andando il più a fondo possibile, un passato che fa sprofondare il vicequestore di Aosta negli anni di gioventù di un gruppetto affiatato. Rocco vorrebbe procedere come al solito, pesante come un pugno e sottile come uno stiletto, ma è di sottigliezza che ha soprattutto bisogno, anche perché si fa sempre più drammatico il timore per la scomparsa inspiegabile di una persona, una donna, a cui qualcosa di intenso lo lega. (ibs.it)
Abstract/Sommario: Navalny ha iniziato a scrivere PATRIOT nel 2020, poco dopo l’avvelenamento che gli è quasi costato la vita. Il libro racconta tutta la sua storia: la gioventù, il momento in cui ha sentito l’esigenza di dedicarsi all’attivismo, il matrimonio e la famiglia, l’impegno con il quale ha sfidato una superpotenza mondiale determinata a ridurlo al silenzio e la sua ferma convinzione che non sia possibile resistere al cambiamento, che il cambiamento arriverà. Con dovizia di dettagli avvincenti, ...; [Leggi tutto...]
Navalny ha iniziato a scrivere PATRIOT nel 2020, poco dopo l’avvelenamento che gli è quasi costato la vita. Il libro racconta tutta la sua storia: la gioventù, il momento in cui ha sentito l’esigenza di dedicarsi all’attivismo, il matrimonio e la famiglia, l’impegno con il quale ha sfidato una superpotenza mondiale determinata a ridurlo al silenzio e la sua ferma convinzione che non sia possibile resistere al cambiamento, che il cambiamento arriverà. Con dovizia di dettagli avvincenti, che includono anche lettere inedite dalla prigione, Navalny racconta, tra le altre cose, la sua carriera politica, i diversi attentati alla sua vita e a quella delle persone a lui più vicine, e l’incessante campagna che, con il suo team, ha condotto contro un regime sempre più dittatoriale. Scritto con la passione, l’acume, la schiettezza e il coraggio per i quali Navalny era giustamente acclamato, PATRIOT è la sua ultima lettera al mondo: un resoconto toccante degli ultimi anni trascorsi nel più brutale carcere al mondo, un memento dei motivi per i quali i principi di libertà individuale sono irrinunciabili, una pressante esortazione a continuare il lavoro per il quale Navalny ha dato la vita. «Questo libro è una testimonianza non solo della vita di Alexei, ma anche del suo incrollabile impegno nella lotta contro la dittatura, una lotta alla quale ha sacrificato tutto, compresa la sua vita. Grazie a queste pagine, i lettori impareranno a conoscere l’uomo che amavo profondamente, un uomo di integrità e coraggio assoluti. Raccontare la sua vita è un modo per onorare la sua memoria e ispirare altri a combattere per ciò che è giusto e a non perdere mai di vista i valori che contano davvero.» – Yulia Navalnaya (www.ibs.it)