Abstract/Sommario: Immaginate di scoprire che tutto ciò che sapete della vostra infanzia è falso. È quanto accade a Maia: cresciuta con genitori adottivi che l'hanno colmata d'amore, non si è mai fatta troppe domande sulle sue origini. Anzi, non ha mai voluto saperne nulla. Ma ora Maia è incinta e, per proteggere il futuro della bambina che porta in grembo, ha bisogno di conoscere il proprio passato. Nella soffitta di casa c'è un baule che si è sempre guardata dall'aprire. Adesso, però, decide di farlo. ...; [Leggi tutto...]
Immaginate di scoprire che tutto ciò che sapete della vostra infanzia è falso. È quanto accade a Maia: cresciuta con genitori adottivi che l'hanno colmata d'amore, non si è mai fatta troppe domande sulle sue origini. Anzi, non ha mai voluto saperne nulla. Ma ora Maia è incinta e, per proteggere il futuro della bambina che porta in grembo, ha bisogno di conoscere il proprio passato. Nella soffitta di casa c'è un baule che si è sempre guardata dall'aprire. Adesso, però, decide di farlo. Al suo interno, trova fogli scarabocchiati, articoli e qualche fotografia. Sono i primi indizi che deve mettere insieme, i tasselli del grande puzzle della sua infanzia. Ci sono porte che, una volta aperte, non possono più essere richiuse. Quei documenti non le lasciano dubbi: deve partire. E così, senza chiedere il permesso a nessuno, si mette in viaggio verso il Trentino Alto Adige. Lì, ricostruisce a poco a poco la sua storia. La storia di sua madre. La storia delle donne e dei bambini con cui viveva segregata in una fattoria nascosta tra le montagne. Maia pensa di cercare il proprio passato, ma si sbaglia. È il passato che sta cercando lei. La sta chiamando a gran voce. E così impara che non tutte le famiglie sono sicure e affettuose come quella in cui è cresciuta. Alcune possono nascondere pericoli oscuri. (Ibs.it)
Abstract/Sommario: Vera non è mai stata sola. Da quando è bambina, una voce l’accompagna ovunque: la sveglia di notte, la incalza, la consola. È la voce di suo fratello Cè, morto quando lei aveva quattro anni. È una voce ironica e tagliente, capace di regalarle pensieri stravaganti come: «Non esiste un sinonimo di sinonimo» o «La neve è la prova che non hai bisogno di urlare per farti vedere». Ma è anche un giudice severo, che la mette alle strette con una semplice domanda: «Sei davvero Vera?». Ma chi e ...; [Leggi tutto...]
Vera non è mai stata sola. Da quando è bambina, una voce l’accompagna ovunque: la sveglia di notte, la incalza, la consola. È la voce di suo fratello Cè, morto quando lei aveva quattro anni. È una voce ironica e tagliente, capace di regalarle pensieri stravaganti come: «Non esiste un sinonimo di sinonimo» o «La neve è la prova che non hai bisogno di urlare per farti vedere». Ma è anche un giudice severo, che la mette alle strette con una semplice domanda: «Sei davvero Vera?». Ma chi era Cè? Per i genitori è stato il figlio perfetto, e Vera ha vissuto ogni giorno nella sua ombra. Ogni scelta è un confronto impossibile, persino quella di studiare giurisprudenza: Vera lo fa per sé stessa o per inseguire un fantasma? Per fortuna con lei c’è Gin, la sua migliore amica, che trova sempre il modo per farla ridere e sentire meno strana. Poi accade qualcosa di inspiegabile. Vera sa che non dovrebbe dare ascolto alla voce di Cè. Eppure, un giorno, decide di mandare tutto all’aria e di inseguire una coccinella dietro i cancelli di una clinica. Qui incontra Francesco: un ragazzo che sembra conoscerla più di chiunque altro. Forse è lui l’unico che può aiutarla a scoprire il segreto che la sua famiglia tiene nascosto da anni. Perché Francesco le insegna una cosa semplice, ma difficilissima da accettare: Vera non è pazza. È soltanto viva. Ed essere vivi, a volte, non è poi così diverso dall’essere pazzi. (Ibs.it)
Abstract/Sommario: Bastano poche cose, a Adele, per andare avanti: la nonna Ada e la grande casa di campagna intrisa di ricordi; una minuscola trattoria nel cuore di Milano, il cui menu non cambia mai; e soprattutto sua figlia Mia, diciassettenne, che non ha mai conosciuto il padre e che Adele ha cresciuto da sola. "Quelle due", così le chiamava nonna Ada, quasi come fossero un'unica entità. Per il resto, non c'è molto. Un lavoro che si è ritrovata a fare per non deludere troppo le aspettative del padre ...; [Leggi tutto...]
Bastano poche cose, a Adele, per andare avanti: la nonna Ada e la grande casa di campagna intrisa di ricordi; una minuscola trattoria nel cuore di Milano, il cui menu non cambia mai; e soprattutto sua figlia Mia, diciassettenne, che non ha mai conosciuto il padre e che Adele ha cresciuto da sola. "Quelle due", così le chiamava nonna Ada, quasi come fossero un'unica entità. Per il resto, non c'è molto. Un lavoro che si è ritrovata a fare per non deludere troppo le aspettative del padre. Un'amica, Costanza, con cui ha condiviso gli anni intensi della giovinezza. E i pranzi della domenica dai suoi genitori, un rito che si ripete identico a se stesso, consumato sulla superficie delle cose. Poi ecco che nonna Ada muore. Ada - un nome che ha sempre abbracciato il suo - l'unica da cui Adele si sia mai sentita compresa. È la prima, grande crepa di un terremoto, ancora silenzioso, che la porta a ripensare alla sua vita. E così Adele decide di vendere un locale in cui aveva ammassato scatoloni e ricordi, ritrovandosi fra le mani, come un miracolo riemerso da un'altra dimensione, un diario, scritto proprio negli anni della sua giovinezza: il talismano che la porta a capire come Mia non sia più la bambina che viveva in simbiosi con lei, ma una ragazza testarda e spesso arrabbiata che ora pretende di sapere la verità. Nasce così un dialogo a due, tra madre e figlia, che si dipana attorno alla figura di un uomo che entrambe poco conoscono ma che le aiuterà a scoprire il loro legame, la loro forza, il loro essere delle sopravvissute. E niente, adesso, potrà più essere come prima. Neanche "quelle due". (Ibs.it)
Abstract/Sommario: C’è una donna in questa storia che, di fronte alla figlia appena nata, ha una sola certezza: da ora non potrà mai più permettersi di impazzire. La follia nella sua famiglia non è solo un pensiero astratto ma ha un nome, e quel nome è Venera. Una bisnonna che ha sempre avuto un posto speciale nei suoi sogni. Ma chi era Venera? Qual è stato l’evento che l’ha portata a varcare la soglia del Mandalari, il manicomio di Messina, in un giorno di marzo? Per scoprirlo, è fondamentale interrogar ...; [Leggi tutto...]
C’è una donna in questa storia che, di fronte alla figlia appena nata, ha una sola certezza: da ora non potrà mai più permettersi di impazzire. La follia nella sua famiglia non è solo un pensiero astratto ma ha un nome, e quel nome è Venera. Una bisnonna che ha sempre avuto un posto speciale nei suoi sogni. Ma chi era Venera? Qual è stato l’evento che l’ha portata a varcare la soglia del Mandalari, il manicomio di Messina, in un giorno di marzo? Per scoprirlo, è fondamentale interrogare la Mitologia Familiare, che però forse mente, forse sbaglia, trasfigura ogni episodio con dettagli inattendibili. Questa non è solo una storia di donne, ma anche di uomini. Di padri che hanno spalle larghe e braccia lunghe, buone per lanciare granate in guerra. Di padri che possono spaventarsi, fuggire, perdersi. Per raccontare le donne e gli uomini di questa famiglia, le loro cadute e il loro ostinato coraggio, non resta altro che accettare la sfida: non basta sognare il passato, bisogna andarselo a prendere. Ritornare a Messina, ritornare fra le mura dove Venera è stata internata e cercare un varco fra le memorie (o le bugie?) tramandate, fra l’invenzione e la realtà, fra i responsi della psichiatria e quelli dei racconti familiari. (www.ibs.it)
Abstract/Sommario: 16 marzo, Bari. In una delle strade del quartiere murattiano viene rinvenuto il cadavere di una donna, che pare essersi gettata dal balcone del suo appartamento. Quando Lolita Lobosco arriva sul posto, però, capisce subito che non si tratta di un gesto avventato, bensì di un omicidio. La vittima è Margherita Colonna, direttrice della filiale di un istituto di credito, recentemente separata e in una nuova relazione, eppure priva di grandi affetti. Ma c’è dell’altro: la donna è spaventos ...; [Leggi tutto...]
16 marzo, Bari. In una delle strade del quartiere murattiano viene rinvenuto il cadavere di una donna, che pare essersi gettata dal balcone del suo appartamento. Quando Lolita Lobosco arriva sul posto, però, capisce subito che non si tratta di un gesto avventato, bensì di un omicidio. La vittima è Margherita Colonna, direttrice della filiale di un istituto di credito, recentemente separata e in una nuova relazione, eppure priva di grandi affetti. Ma c’è dell’altro: la donna è spaventosamente simile a Lolita. La commissaria Lobosco – ancora intenta, dopo un fugace capodanno a Torino, a superare la rottura con Caruso – si ritrova così a dover fare luce sulla vita di una donna sola, giudicata da colleghi e parenti come avida e priva di empatia, ossessionata dai soldi e dall’ostentazione del lusso. Con la tenacia che la contraddistingue, Lolita inizia a seguire molteplici piste, sulla scia di un passato oscuro e burrascoso che smuoverà insospettabili fili nascosti. Accanto a Lobosco tornano Esposito e Forte, le immancabili spalle che l’affiancano ormai da anni nelle sue inchieste, l’amica Marietta – con una stramba proposta a cui la commissaria non riesce a smettere di pensare –, e un nuovo amore, passionale quanto inaspettato. (www.ibs.it)
Abstract/Sommario: Dopo il successo di "L’Ammiraglio si è preso il cielo" e della "Principessa nasona", torna la portentosa Marianna Balducci con due regine litigiose disposte anche a consumarsi come candele accese pur di affermare la propria supremazia. La regina Torrescura dominava dalla cima il suo futuro. «Il mio regno è proprio il meglio, e per sempre lo sarà, ve lo assicuro». La regina Torrechiara si sporgeva dal balcone con baldanza. «Il mio regno è proprio il meglio e lo affermo senza alcuna tit ...; [Leggi tutto...]
Dopo il successo di "L’Ammiraglio si è preso il cielo" e della "Principessa nasona", torna la portentosa Marianna Balducci con due regine litigiose disposte anche a consumarsi come candele accese pur di affermare la propria supremazia. La regina Torrescura dominava dalla cima il suo futuro. «Il mio regno è proprio il meglio, e per sempre lo sarà, ve lo assicuro». La regina Torrechiara si sporgeva dal balcone con baldanza. «Il mio regno è proprio il meglio e lo affermo senza alcuna titubanza». Torrescura e Torrechiara sono due superbe regine confinanti. Non si erano mai accorte di esserlo, tanto erano concentrate su loro stesse, ma una mattina eccole faccia a faccia, pronte a imporre la propria supremazia con ogni mezzo. Dalle loro torri infuocate si accendono gli animi e le fiamme della guerra che le porterà a consumarsi lentamente distruggendo tutto in nome di una stupida competizione. Dall’incredibile penna di Marianna Balducci nasce una storia intensa e potente che spiega ai più piccoli con sincerità e onestà che cosa è un conflitto. Possiamo ripartire dopo che tutto è stato distrutto? Forse sì, ma il prezzo da pagare è molto alto e solo spegnendo presunzione e prepotenza si può riaccendere la speranza. Età di lettura: da 5 anni. (Ibs.it)
Abstract/Sommario: Gli ecosistemi integri garantiscono cibo sano, acqua incontaminata, aria pulita e protezione dai cambiamenti climatici. Eppure, li stiamo distruggendo e degradando a un ritmo allarmante, con conseguenze devastanti per la nostra stessa sopravvivenza. Quando la natura è in sofferenza, proteggerla semplicemente non basta: serve intervenire per restituirle forza e funzionalità, garantendo un futuro alla biodiversità e alle risorse naturali che il pianeta continua generosamente a offrire. C ...; [Leggi tutto...]
Gli ecosistemi integri garantiscono cibo sano, acqua incontaminata, aria pulita e protezione dai cambiamenti climatici. Eppure, li stiamo distruggendo e degradando a un ritmo allarmante, con conseguenze devastanti per la nostra stessa sopravvivenza. Quando la natura è in sofferenza, proteggerla semplicemente non basta: serve intervenire per restituirle forza e funzionalità, garantendo un futuro alla biodiversità e alle risorse naturali che il pianeta continua generosamente a offrire. Che cosa possiamo fare? Così come per gli esseri umani, se gli ecosistemi sono fortemente malati serve una terapia d’urto. Il restauro ecologico è la chiave per riparare habitat danneggiati e rigenerare la vita dove è stata compromessa. Ma come si fa a curare un ecosistema? Quali strategie si stanno sviluppando per restituire funzionalità a boschi, fiumi e praterie marine? E quali resistenze – politiche, economiche, culturali – ostacolano questi interventi? Roberto Danovaro ci accompagna in un viaggio tra le sfide e le opportunità del restauro ecologico, analizzando le tecniche più avanzate e i successi già ottenuti. Curare la natura non è solo un dovere etico, ma un investimento concreto: per ogni euro speso nel restauro degli ecosistemi, se ne generano almeno quattro in benefici economici, oltre a migliorare la salute pubblica e a ridurre i costi della crisi climatica. Riparare i danni inflitti all’ambiente è la sfida del nostro tempo e segnerà il confine tra chi saprà costruire un futuro sostenibile e chi sarà costretto a subirne le conseguenze. (Ibs.it)